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La catastrofe è Sempre una Chiamata al Pentimento

Se Dio esiste, allora come mai esiste il male nel mondo? E perché se Dio è così buono permette la sofferenza, le tragedie e ogni tipo di catastrofe? In questo breve articolo, il Dr. Clay Jones tenterà di chiarire un concetto importante nel Cristianesimo: come il male e la sofferenza, spesso sono inviti al pentimento! Scopri di più in questo articolo!

Disaster is Always a Call to Repentance

Disaster Is Always a Call to Repentance!

Devo iniziare con due punti importanti. In primo luogo, i cristiani sono tenuti a “piangere con quelli che piangono” (Romani 12:15) e a prendersi cura dei malati. La compassione dovrebbe essere sempre la nostra prima risposta alle tragedie, ma purtroppo troppo spesso non lo è. In ciò che segue, non scrivo di come consolare i malati! Sto scrivendo per spiegare uno dei modi in cui Dio usa una catastrofe come la pandemia di Coronavirus, ed è questo: la catastrofe è sempre una chiamata al pentimento. Questo certamente offenderà molti non cristiani, ma noi cristiani non dobbiamo fuggire da questo argomento. In secondo luogo, mi sono sentito in imbarazzo quando alcuni famosi leader evangelici (no, non farò nomi) hanno incolpato le persone per le catastrofi che hanno subito. Per esempio, rifiuto di attribuire la colpa dell’11 settembre a questo o quel peccato o di incolpare le vittime del terremoto di Haiti perché praticavano il voodoo. Non siamo in grado di dire perché questo o quella catastrofe colpisca questo o quel gruppo.

Detto questo, ciò non significa che la catastrofe non sia sempre una chiamata al pentimento. Ripeto, ogni catastrofe è una chiamata al pentimento. Sto solo dicendo che non dovremmo pontificare sulle ragioni specifiche per cui una determinata catastrofe colpisce un determinato popolo.

Gesù e la chiamata al pentimento!

Prendiamo l’esempio di Luca 13:1-5, dove Gesù affronta il problema della sofferenza nel modo più chiaro:

“In quello stesso tempo, c’erano lì alcuni che gli raccontarono di quei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici. E Gesú, rispondendo, disse loro: «Pensate voi che quei Galilei fossero piú peccatori di tutti gli altri Galilei, perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete perirete tutti allo stesso modo. Oppure pensate voi che quei diciotto, sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, fossero piú colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo»”.

Che si tratti del terremoto di Haiti, dell’11 settembre o del Coronavirus, questi eventi sono una chiamata al pentimento. Non posso fare di meglio che riportare le riflessioni di D.A. Carson sul passaggio di Luca:

In primo luogo, Gesù non presume che coloro che hanno sofferto sotto Pilato, o coloro che sono stati uccisi quando la torre è crollata, non meritassero il loro destino. Anzi, il fatto che possa dire a questi contemporanei che, a meno che non si pentano, anch’essi periranno, dimostra che Gesù presume che ogni morte sia, in un modo o nell’altro, il risultato del peccato e sia quindi meritata.

In secondo luogo, Gesù insiste sul fatto che la morte per tali vie non dimostra in alcun modo che coloro che soffrono in questo modo siano più perversi di coloro che sfuggono a tale destino. Il presupposto sembra essere che tutti meritino di morire. Se alcuni muoiono per ordine di un governatore barbaro e altri in un tragico incidente, non è più di quanto meritino. Ma questo non significa che gli altri meritino di meno. L’implicazione è piuttosto che è stata solo la misericordia di Dio a tenerli in vita. Non c’è certo una superiorità morale da parte loro.

In terzo luogo, Gesù tratta le guerre e le catastrofi naturali non come argomenti di discussione sulle misteriose vie di Dio, ma come incitamenti al pentimento. È come se dicesse che Dio usa le catastrofi come megafono per attirare l’attenzione sulla nostra colpa e destinazione, sull’imminenza del suo giusto giudizio se non vede il pentimento. Questa argomentazione è sviluppata a lungo in Amos 4. La catastrofe è una chiamata al pentimento. Gesù avrebbe potuto aggiungere (come fa altrove) che la pace e la tranquillità, che non meritiamo, ci mostrano la bontà e la tolleranza di Dio.

È un segno della nostra perdizione invertire queste due nozioni. Pensiamo di meritare tempi di benedizione e di prosperità e che i tempi di guerra e di catastrofe non solo siano ingiusti, ma si avvicinino pericolosamente a mettere in dubbio la bontà o la potenza di Dio, o addirittura la sua stessa esistenza. Gesù semplicemente non la vedeva così.1

Esattamente! Nell’Antico Testamento, Dio usa ripetutamente le catastrofi per incoraggiare il pentimento. Apocalisse 16:8-11 dice che il Signore manda le piaghe, “ma essi rifiutarono di pentirsi e di glorificarlo”. Notate che quando arrivano le piaghe, ci si aspetta che le persone si pentano.

Quindi, quando si verifica una catastrofe, non dobbiamo torcerci le mani per le vie misteriose di Dio, ma ricordare che la catastrofe è sempre una chiamata al pentimento. Dobbiamo incoraggiare tutti a riflettere sul proprio stato di peccato e di condanna, nella speranza che alcuni sfuggano alla catastrofe finale che attende i non pentiti.

Geremia 5:3: “O Eterno, non sono i tuoi occhi per la verità? Tu li hai colpiti, ma non hanno sentito alcun dolore; li hai consumati, ma hanno rifiutato di ricevere la correzione. Essi hanno indurito la loro faccia piú della roccia e hanno rifiutato di ritornare”.

Amen.

Questa pagina è stata aggiornata il 19 marzo 2020 e parte del materiale è stato tratto, con modifiche, dal mio libro Why Does God Allow Evil?

Di seguito è riportato un link al sito di Sean McDowell e alla mia discussione sul Coronavirus.

D. A. Carson, How Long, O Lord?: Reflections on Suffering and Evil (Grand Rapids, MI: Baker 1990), 66-67.

In conclusione, abbiamo visto come anche Gesù ci insegna, in Luca 13, che la catastrofe, e ogni tipo di tragedie, non sono eventi casuali, ma opportunità che Dio ci offre per riflettere sulla nostra condizione di peccato e sul nostro bisogno di conversione. Come ci ricorda il Dr. Clay Jones, Dio utilizza la sofferenza come un mezzo per richiamarci a Lui, sperando che, attraverso il pentimento, possiamo evitare la catastrofe finale e trovare la salvezza. Se vuoi scoprire altri articoli di Apologetica del Dr. Clay Jones, visita il nostro sito web: it.crossexamined.org.

Scritto da:

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Clay Jones

Apologist, Author, and Scholar

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