Quando iniziò il lockdown, mio figlio sedicenne mi disse: "Papà, devi andare su TikTok". Dopo aver fatto qualche ricerca, ho deciso di seguire il suo consiglio.
Ho creato un account dove faccio video divertenti, come cantare con mia figlia, giocare a pallacanestro uno contro uno con mio figlio, postare i miei filmati preferiti della Marvel, ma anche dare risposte di un minuto a domande difficili come:
– Come reagirei se uno dei miei figli diventasse ateo?
– Qual è la mia opinione sul marxismo?
– Perché Dio ha creato il mondo?
– Se Dio non esiste, perché il razzismo è sbagliato?
– Cosa significa “blasfemia” dello Spirito Santo?
TikTok conta oggi oltre 800 milioni di utenti, il 41% dei quali di età compresa tra i 16 e i 24 anni. È diventata una delle app più popolari tra gli adolescenti. Alcuni sostengono addirittura che gli utenti di TikTok abbiano affondato l'ultimo comizio di Trump.
Personalmente, pubblico circa 1-2 video al giorno e ne ho pubblicati oltre 100 in totale. Alcuni ci passano molto più tempo di me, ma ho trovato che TikTok sia uno strumento interessante per attirare un nuovo pubblico di studenti, anche se capisco perfettamente le preoccupazioni.
Perché usare l'app? Per me ci sono due ragioni principali. In primo luogo, gli studenti usano l'applicazione. Se si vuole coinvolgere gli studenti, TikTok è uno dei luoghi principali in cui passano molto tempo. In secondo luogo, anche i musulmani, i mormoni, gli atei e molti altri usano la piattaforma per diffondere le loro opinioni.
Ecco quattro punti da ricordare in base alla mia esperienza su TikTok:
1.Molti giovani fanno apologetica su TikTok. Ad esempio, una ragazza adolescente realizza regolarmente video che affrontano alcune delle questioni apologetiche più urgenti di oggi, come le questioni di genere, l'aborto, la vita dopo la morte, ecc. Cita Ravi Zacharias, John Lennox e altri importanti apologisti. Se sei interessato a come questa generazione pensa e comunica, vale la pena di guardare alcuni video per vedere come parlano a coloro che li circondano.
2. I papà di TikTok sono un vero e proprio fenomeno. Decine di papà postano video per gli studenti e molti di essi ricevono centinaia di migliaia di clic. I ragazzi sembrano amare questi video, il che mi dice che ci sono molti giovani là fuori che aspirano ad avere un padre. Molti di questi papà (come il mio amico John Hossler) raccontano barzellette sui papà, fanno video divertenti con i loro figli e insegnano loro persino lezioni di base come fare il nodo della cravatta. Ecco una delle principali conclusioni che traggo da questo fenomeno: molti bambini di questa generazione soffrono e vorrebbero avere un padre attento e partecipe.
3. Abbiamo molta strada da fare per formare i giovani a pensare. Ci sono certamente giovani che usano bene TikTok. Alcuni fanno buone domande. Alcuni trattano gli altri con gentilezza. Ma molti giovani cristiani su TikTok non hanno la formazione e la capacità di confrontarsi con gli altri in modo riflessivo e rispettoso. Il mio obiettivo non è quello di essere eccessivamente critico, perché amo il desiderio che molti studenti hanno di difendere la fede. Ma hanno bisogno di apologisti esperti che li formino sia nel contenuto che nella metodologia dell'evangelizzazione e dell'apologetica.
4. Alcune persone praticano bene l'apologetica. Di recente ho incontrato un sacerdote caldeo che difende e articola la sua fede. È divertente, riflessivo e gentile con gli altri. Sebbene io abbia convinzioni diverse dalle sue, sembra usare la piattaforma in modo efficace nel suo approccio ai giovani. Alcune persone hanno capito come fare apologetica creativa su TikTok, ed è divertente da guardare.
Se vuoi imparare come coinvolgere una nuova generazione di giovani, dai un'occhiata al mio ultimo libro con J. Warner Wallace: So The Next Generation Will Know (Così la prossima generazione saprà).
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Sean McDowell è professore diapologetica cristiana alla Biola University, autore di best-seller, oratore popolare e insegnante part-time di scuola superiore. Seguilo su Twitter: @sean_mcdowell, TikTok, Instagram e sul suo blog: seanmcdowell.org.
