Non molto tempo fa ho avuto l'opportunità di predicare nella mia chiesa di origine su Giovanni 15:1-17, il noto passaggio sulla vite e i rami. Il significato di questo passaggio è per lo più semplice e incontestabile, finché non si arriva a queste parole di Gesù:
“Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto”.
Si tratta di una preghiera generica, secondo la quale Dio ci darà tutto ciò che desideriamo? A prima vista, sembra proprio che dica questo. Molti predicatori hanno tratto intere teologie solo da questo testo.
Per quanto possa essere desiderabile pensare che Dio sia un mago che offre ai cristiani tutto ciò che desiderano, è fondamentale considerare questo passaggio nel suo contesto. In altre parole, cosa stava comunicando Gesù al suo pubblico originale e cosa significa per noi al giorno d'oggi?
Da un'analisi più attenta (che implica la lettura dei versetti precedenti e successivi), risulta chiaro che questo passaggio riguarda i veri discepoli che vivono in obbedienza a Cristo e, di conseguenza, portano frutto. “Dimorare in Cristo” significa osservare i suoi comandamenti.
Tenendo presente questo, consideriamo una semplice domanda: “Se dimoriamo davvero in Cristo, come influenzerà ciò che preghiamo?”.
Il commentatore Gerald Borchert lo spiega bene:
"Ciò significa che il modello di Gesù nella vita e nella parola deve compenetrare la vita e le parole del discepolo. Quando ciò accade, la preghiera cessa di essere una richiesta egoistica e diventa allineata con la volontà e gli scopi di Dio in Cristo"[1].
In altre parole, quando siamo veramente connessi alla vite-Gesù – nella mente, nel cuore e nella volontà – i nostri desideri saranno trasformati. Invece di pregare egoisticamente, pregheremo perché si compia la volontà di Dio. Quando rimaniamo in Cristo, i suoi desideri diventano i nostri desideri.
Questa promessa di Gesù non è che i suoi seguaci ottengano tutto ciò che desiderano. Piuttosto, il suo desiderio è che conformiamo la nostra volontà a quella di Dio. Gesù vuole che le nostre preghiere siano teocentriche (centrate su Dio) piuttosto che antropocentriche (centrate sull'uomo). Questo è chiaro nel “Padre Nostro” (Matteo 6:9-10):
“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo”.
Nota quante volte Gesù dice “TUO” in riferimento alla volontà di Dio? Le nostre preghiere devono iniziare allineandosi alla volontà di Dio.
Ecco il nocciolo della questione: Gesù non sta offrendo ai cristiani una promessa generica di ottenere qualsiasi cosa chiedano. Piuttosto, sta ordinando ai suoi discepoli di dimorare in Lui e di far dimorare in loro le Sue parole. Allora le loro preghiere saranno allineate con la volontà di Dio e, di conseguenza, saranno pienamente esaudite.
Sean McDowell, Ph.D. , è professore di Apologetica cristiana alla Biola University, autore di best-seller, oratore popolare, insegnante part-time di scuola superiore e studioso residente dei Summit Ministries, in California. Seguilo su Twitter: @sean_mcdowell e sul suo blog: seanmcdowell.org.
[1] Borchert, G. L. (2002). Giovanni 12-21 (Vol. 25B, p. 145). Nashville: Broadman & Holman Publishers.
Sean McDowell, Ph.D. , è professore di Apologetica cristiana alla Biola University, autore di best-seller, oratore popolare e insegnante part-time di scuola superiore. Seguilo su Twitter: @sean_mcdowell, TikTok, Instagram e il suo blog: seanmcdowell.org.