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La divinità di Cristo: una difesa. Parte 4/6

Gesù condivide i nomi di Dio

In questa serie di sei saggi, dimostrerò, utilizzando solo dati storici che anche gli studiosi più scettici potrebbero accettare, che è possibile sostenere in modo convincente che Gesù non solo era considerato uguale a Dio dai suoi seguaci e dalla Chiesa primitiva, ma che egli stesso affermava di essere divino e agiva in modo coerente con tale affermazione. Possiamo persino dire che i suoi nemici lo accusarono di blasfemia (aver si è reso uguale a Dio, nel contesto ebraico) e questo gli costò la vita sulla croce.

Nel precedente articolo ho affermato che Gesù è Dio perché condivide gli attributi di Dio.

In questo articolo, seguiamo la stessa linea di ragionamento, affermando che Gesù è Dio perché condivide i nomi di Dio:

Parte 4. Gesù condivide i nomi di Dio

Nei racconti della nascita di Gesù (anche nei passaggi della fonte “Q”), ci viene detto che il nome “Gesù” significa “Yahweh salva”. Infatti, gli viene dato questo nome perché “salverà il popolo dai suoi peccati”. Ancora una volta, nel contesto ebraico, solo Dio ha la prerogativa di salvare le persone dal peccato. La Chiesa primitiva battezzava nel nome di Gesù, per identificarsi con il messaggio del Vangelo (vedi l'argomentazione relativa al credo di 1 Corinzi 15:3-7 nella parte 5 di questa serie) relativo alla morte e alla risurrezione di Gesù. Tutto questo proviene da fonti riconosciute dagli studiosi critici, come 1 Corinzi 1:13-15; cfr. Romani 6:3; Galati 3:27. [1] I sermoni prepaolini negli Atti confermano che Gesù Cristo è «il nome» sotto il quale le persone ricevono il perdono dei peccati (Atti 2:38), può salvare, e che Gesù è la pietra angolare respinta dagli uomini ma approvata da Dio (vedi Atti 4:11-12 come riferimento diretto al Salmo 118:22). Tutto questo è antecedente a Paolo ma coincide con il messaggio paolino (Romani 10:13).

L'uso di «Signore» per riferirsi a Gesù come divinità è ben noto ma solitamente rifiutato dagli studiosi scettici; tuttavia, esiste un significativo passaggio del «Q» in cui Gesù si riferisce a sé stesso come «Signore, Signore» (κύριε κύριε) dove esclama:

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli. [2]

E qui dovremmo chiederci se la doppia ripetizione di “Signore” sia un semplice espediente retorico o se abbia un significato aggiuntivo. Risulta che “questa doppia menzione ricorre ripetutamente nella Septuaginta come traduzione dell'ebraico ‘Signore YHWH’ [יהוה אדני] (Deuteronomio 3:24; 9:26; 1 Re 8:53; Salmo 69:6; Ezechiele 20:49; Amos 7:2,5) o di ‘YHWH Signore’ [אדני יהוה] (Salmi 109:21; 140:7; 141:8), ma mai in riferimento a qualcuno diverso da YHWH». [3]

Abbiamo già affermato che Romani 10:9 cita il nome del “Signore” Gesù come riferimento diretto a “YHWH” in Gioele 2:32. Lo stesso riferimento a Gioele appare nell'antichissimo sermone prepaolino in Atti 2:21:

“E AVVERRÀ CHE CHIUNQUE INVOCERÀ IL NOME DEL SIGNORE SARÀ SALVO”. [4]

Paolo usa abbondantemente il termine “kurios” (Signore) in riferimento a “Yahweh” nei testi dell'Antico Testamento. [5] Un esempio simile e importante è già stato citato: Filippesi 2:10. Questo passaggio afferma che nel nome di Gesù “OGNI GINOCCHIO SI PIEGHERÀ e ogni lingua confesserà” e appartiene in modo prominente a Isaia 45:23. La Septuaginta usa un linguaggio simile per eliminare ogni dubbio sul fatto che Paolo stia equiparando Gesù al nome di Dio:

“Davanti a me ogni ginocchio si piegherà e ogni lingua giurerà fedeltà” [κάμψει πᾶν γόνυ καὶ ἐξομολογήσεται πᾶσα γλῶσσα].

Confronta con Filippesi 2:10-11:

«OGNI GINOCCHIO SI PIEGHERÀ» [πᾶν γόνυ κάμψῃ] e «ogni lingua confesserà» [καὶ πᾶσα γλῶσσα ἐξομολογήσηται].

Anche senza conoscere il greco antico, è impossibile non notare che entrambi i passaggi utilizzano le stesse parole nel Nuovo Testamento e nella Septuaginta. Il fatto che appaiano in una sequenza diversa non altera in alcun modo il significato.

La conclusione è semplice: i passaggi più antichi e storici dei primi seguaci di Cristo equiparano inequivocabilmente il nome di Gesù al nome di YHWH.

Nella prossima sezione vedremo che Gesù condivide i Miracoli di Dio.

A seguire…

1. Ibid., 1371. Kindle. ↩

2. Questa fonte Q proviene da Matteo 7:21-22; Luca 6:46. Vedi anche Matteo 25:11 ↩

3. Bowman, 1738. Kindle. ↩

4. In realtà, questo è il più antico sermone che abbiamo di Pietro. ↩

5. Per una revisione dettagliata dei testi paolini, vedi Gordon D. Fee, Pauline Christology: An Exegetical-Theological Study (Peabody, MA: Hendrickson, 2007). ↩

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Christophe DuPond

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